Report di sostenibilità ESG

Perché le aziende richiedono il Report di Sostenibilità ESG?

Soltanto il 27% delle PMI ha già elaborato un report ESG, mentre il 51% sta valutando di elaborarlo nel prossimo futuro, per ridurre i costi energetici, per attrarre candidati qualificati, per tutelare i dipendenti e per rispondere alle richieste degli Istituti di credito in relazione alle pratiche di finanziamento.

Il report di sostenibilità sarà obbligatorio per le PMI a partire dal 2027, con possibilità di proroga al 1 gennaio 2028, ma già ora è una importante opportunità di erogare nuovi servizi ai clienti di Studio.

I punti di forza della nostra soluzione

Il nostro software è intuitivo, facile da usare e ricco di automatismi, permette alle aziende di concentrarsi sulle strategie di sostenibilità senza preoccuparsi della complessità tecnica.

A prescindere dall’obbligatorietà di redazione del bilancio di sostenibilità, investire nel processo di rendicontazione di sostenibilità non è solo una scelta etica, ma anche strategica.

Perché redigere la dichiarazione sulla sostenibilità?

Anche se non è ancora obbligatorio per tutte le PMI, è importante iniziare a rendicontare le proprie iniziative di sostenibilità, perché, sempre più soggetti terzi (stakeholders, banche, clienti di grandi dimensioni, fornitori) guardanoo con attenzione alla sostenibilità dell’azienda.

Il report di sostenibilità sarà obbligatorio per le PMI a partire dal 2027, con possibilità di proroga al 1 gennaio 2028, ma già oggi è una importante opportunità di erogare nuovi servizi ai clienti di Studio.

Cosa si intende con report di sostenibilità? Con il report di sostenibilità, conosciuto anche come bilancio di sostenibilità, un’impresa o un ente rendono noti i risultati dell’attività svolta facendo particolare attenzione ai seguenti aspetti:

• ambientale;
• sociale;
• governance.

Questi tre pilastri costituiscono l’acronimo ESG (Environmental, Social and Governance).

La normativa di riferimento

Le ultime due direttive comunitarie in materia sono la Direttiva 2014/95/EU, “NFRD” (Non Financial Reporting Directive) e la CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) che riprende e modifica la precedente.

La seconda, risultato della proposta di modifica del 21 aprile 2021, traccia un segno importante: dai temi non finanziari, l’attenzione si sposta su quelli sostenibili.

La Direttiva CSRD prevede inoltre che l’informativa non dovrà essere riportata in un vero e proprio bilancio di sostenibilità, ma in un report inserito all’interno della relazione sulla gestione, documento già obbligatorio per le società che redigono il bilancio in forma ordinaria.

L’obbligo di redazione del reporting di sostenibilità sarà introdotto in modo graduale e riguarderà nei prossimi anni sempre più società; la normativa ha, infatti, ampliato la platea di soggetti che saranno obbligati alla rendicontazione delle informazioni non finanziarie, portando i requisiti dimensionali a:

• 250 dipendenti;
• 40 milioni di € di fatturato;
• 20 milioni di € di totale attivo.

Questo comporta inizialmente l’ampliamento alla rendicontazione sulla sostenibilità da circa 10.000 a circa 50.000 Imprese.

Perchè acquistare la soluzione

I vantaggi del report di sostenibilità sono molteplici:

• approccio al risk management. La gestione dei fattori ESG permette di effettuare un esame delle diverse tipologie di rischio che l’Impresa potrebbe incontrare nel corso della sua attività. La gestione di questi profili è sempre più importante e rappresenta un fattore di competitività da non sottovalutare. Per ciascun investimento, le banche valuteranno non soltanto la sostenibilità finanziaria, ma anche la sostenibilità sotto il profilo ESG (come previsto dalle Linee Guida Eba) che impatterà nella determinazione del rating creditizio.
• soddisfare le richieste previste dai bandi del PNRR;
• soddisfare le richieste dei propri clienti;
• attrarre con più facilità nuova forza lavoro giovane.